In Olanda un villaggio per le persone affette da Alzheimer
Si chiama Hogewey e si trova in Olanda, più precisamente a Weesp a quindici minuti da Amsterdam, tra campagne e canali navigabili, il primo villaggio per malati di Alzheimer.
Ad un primo sguardo sembra tutto normale: 23 case circondate da giardini fioriti e fontane, un supermercato, un cinema, una chiesa e un ristorante.
In realtà si tratta di una “casa di riposo” avveniristica pensata per chi soffre di una forma grave di Alzheimer in cui gli ospiti, (circa 150), vivono in piccoli gruppi, sotto la costante supervisione di due accompagnatori. Ogni anziano ha la sua camera da letto privata, ma condivide con i suoi coinquilini sala da pranzo, cucina, soggiorno e una lavanderia attrezzata. Sono liberi di fare la spesa al supermercato del villaggio, cucinare e fare la lavatrice, partecipare alle numerose attività ricreative organizzate ogni giorno tra concerti, gite e spettacoli. A seguire i pazienti uno staff sanitario qualificato di circa 240 persone che, lasciate le divise di infermieri geriatrici o operatori sanitari, indossa i panni di commessi, giardinieri o comuni cittadini del villaggio.
Qual è la filosofia del villaggio?
La filosofia del villaggio è quello di incoraggiare una vita attiva e, per quanto possibile normale, anche per le persone con ridotte capacità cognitive.
Ogni giorno vengono organizzati numerosi laboratori, (giardinaggio, pittura, bricolage), tra i quali gli anziani possono scegliere.
Ogni “cittadino”, inoltre, ha diritto di muoversi liberamente nel villaggio, in caso di disorientamento gli operatori sono pronti ad aiutarli. Il solo punto di controllo é una reception che presidia l’unico ingresso presente. Gli ospiti possono uscire quando vogliono, basta che siano accompagnati, e l’ingresso è libero sia per i parenti che per i cittadini del paese vicino. Il ristorante, infatti, e altre attività commerciali presenti (caffè, teatro, e supermercato) aprono le loro porte anche agli abitanti di Weesp, così da abbattere l’isolamento e integrarsi con la comunità: i bambini delle scuole organizzano delle visite in giornata al villaggio e alcuni cittadini vengono a fare volontariato.
Quali sono i benefici riscontrati?
Non ci sono prove scientifiche riguardo ai benefici di questo “villaggio per la demenza”, ma due elementi bastano a convincere sulla bontà del progetto: le medicine sono ridotte al minimo e si registrano pochissimi casi di aggressività tra gli ospiti.
Con un’incidenza notevole delle patologie neurodegenerative (un caso ogni 3 secondi), si stima che nel 2030 i malati di Alzheimer saranno quasi 75 milioni: per questo anche altri Paesi, come Germania e Stati Uniti, stanno studiando questo modello di eccellenza.
In Italia esistono strutture simili?
Al momento non esistono nel nostro Paese strutture simili al villaggio di Hogewey.
Grazie alla Fondazione Roma, però, sono in corso studi e valutazione sulla fattibilità di un progetto simile anche in Italia, seguendo il positivo modello olandese.