Residenze Assistite: 4 luoghi comuni da sfatare
Lasciare la propria casa è sempre un passo difficile da compiere: si tratta del luogo in cui ci rifugiamo nei momenti difficili e, allo stesso tempo, la nostra oasi di serenità lontana dalla frenetica routine quotidiana.
Per una persona anziana, invece, lasciare la propria casa acquista un ulteriore significato: vuol dire abbandonare il luogo dove si è costruita una famiglia e che, in ogni angolo, racchiude una storia e un ricordo prezioso. Questo sentimento si unisce all’accettazione della propria perdita di autonomia e del bisogno sempre più urgente di un aiuto nello svolgimento delle attività quotidiane.
La decisione di entrare in una casa di riposo, viene resa ancor più difficile dall’immaginario collettivo legato a queste strutture. La parola stessa viene subito associata ad un posto triste, lontano da qualunque concetto di “casa”.
Ecco quali sono i più comuni miti da sfatare associati alle strutture residenziali per anziani.
1. In una residenza assistita non ci si potrà mai sentire come a casa
Certo, nessun posto inizialmente sarà mai come “casa”, ma questo indipendentemente dal tipo di struttura. Può però diventarlo, se viene scelta con cura e convinzione dalla persona interessata (quando possibile) e in accordo con la sua famiglia. Per questo è importante prendersi il tempo necessario per scegliere la struttura adatta alle proprie esigenze. Un primo aiuto lo fornisce, in questo senso, VillageCare con l’elenco delle residenze disponibili nella zona interessata e, in alcuni casi, la scheda tecnica con i servizi offerti, le immagini degli spazi, dell’ambiente esterno e alcuni volti delle persone che vi lavorano.
Una visita di persona è il passo successivo.
2. Viene data poca attenzione alle esigenze individuali in fatto di alimentazione
Seguire un corretto regime alimentare è fondamentale in qualunque età, in particolar modo per le persone anziane, più fragili e bisognose di attenzioni e cure.
Per questo motivo, prima dell’ingresso in struttura, ci si confronta con l’ospite e la sua famiglia, anche sul regime alimentare più corretto da seguire. Vengono rispettati i gusti e le preferenze di ciascun individuo così come le eventuali intolleranze o allergie alimentari.
3. Sono luoghi per persone sole o totalmente non autosufficienti
Un luogo comune da sfatare é che una struttura assistita rappresenti l’ultima scelta possibile da compiere per un anziano e la sua famiglia.
Al contrario, è dimostrato che gli anziani soli in casa rischiano, in misura maggiore, di soffrire di depressione e solitudine, unito ad un deterioramento fisico e cognitivo più rapido.
In una struttura a loro dedicata, invece, l’obiettivo è di mantenere stabile lo stato psico-fisico di ogni individuo il più a lungo possibile, con personale e attività a loro dedicate.
E’ un luogo ideale per non isolarsi ma, al contrario, stringere amicizie. Caldamente consigliate le visite di amici e parenti, stimolate anche dall’organizzazione di feste e momenti da condividere insieme.
4. In una residenza assistita il personale si disinteressa dell’ospite
Questo è uno dei miti più difficili da sfatare a causa di alcuni spiacevoli episodi venuti alla luce nelle cronache e che riguardano maltrattamenti ai danni degli ospiti.
Non bisogna però fare di tutta l’erba un fascio: esempi negativi esistono ma si tratta di pochi casi isolati. Solo in Italia, oggi, ci sono oltre 200.000 assistiti nelle case di riposo che vengono accuditi da uno staff altamente qualificato e preparato a rispondere ai bisogni assistenziali di ogni singolo individuo con le sue personali esigenze.
Il pregiudizio intorno a quelle che, comunemente, vengono chiamate “case di riposo” è molto diffuso, ma le cose oggi sono migliorate decisamente rispetto al passato.
Ci si trova di fronte a strutture curate, con uno staff che quotidianamente si impegna per garantire il rispetto di ogni individualità, mantenendo sempre vivo il contatto con la realtà esterna. Cercando di, per quanto possibile, fare sentire ogni ospite a casa.