Come Nancy Reagan cambiò la storia dell’Alzheimer in America
Nel 1994 quando a Ronald Reagan, da pochi anni ex Presidente degli Stati Uniti, venne diagnosticato l’Alzheimer, si trattava di una malattia ancora poco conosciuta.
Per questo motivo, insieme all’adorata moglie Nancy, dopo alcuni dubbi iniziali, decise di dichiarare pubblicamente di avere l’Alzheimer, attraverso una lettera indirizzata all’America. Insieme fondarono a Chicago il Ronald and Nancy Reagan Research Institute per studiare la malattia e finanziare la ricerca e, proprio negli anni Novanta, nacquero altri centri di ricerca che sono attivi ancora oggi.
Nancy Reagan, una donna esile, elegante e con una forte personalità, sostenne tante battaglie sociali durante gli anni della presidenza del marito, dalla campagna “Just Say No” contro l’uso delle droghe da parte dei giovani, che si espanse fino a diventare globale, fino alla lotta per la prevenzione del tumore al seno, malattia che l’aveva colpita negli anni Ottanta.
E con la stessa grinta affrontò anche la malattia del marito, sostenendone l’eredità e i valori, in un lungo ed estenuante percorso che durò dieci anni.
Prima della morte di Reagan (nel 2004), Nancy chiese pubblicamente più fondi per la ricerca ed entrò apertamente in conflitto con alcuni esponenti del partito repubblicano (come il Presidente in carica George W. Bush), che rifiutavano di finanziare la ricerca sull’Alzheimer sulle cellule staminali grazie alle quali, secondo gli scienziati, riusciremo a trovare una cura in futuro.
Fu profondamente grata al Presidente Obama quando decise di abolire le restrizioni per i fondi federali per la ricerca affermando, in un discorso pubblico, che «la vita è preziosa e il tempo è poco».
Nei suoi ultimi anni Nancy, morta a 94 anni il 6 marzo di quest’anno, ha condotto una vita tranquilla in California, continuando a sostenere la causa della ricerca sulle staminali. A proposito della malattia del marito scrisse: «Ci sono così tanti ricordi che non posso più condividere, cosa che è dura da sostenere. Quando una cosa del genere ti arriva addosso, ti ritrovi ad affrontarla da sola. Ogni giorno è diverso: eppure ti alzi, avanzi un piede dopo l’altro, e riparti, e continui ad amare, amare e basta».
Il ruolo decisivo di Nancy nei confronti di questa forma di demenza, fu quello di uscire allo scoperto e chiamare pubblicamente la malattia con il suo nome. L’ enorme gesto, in quegli anni, fu quello di ammettere davanti al mondo intero che suo marito, un leader e una persona pubblica, soffriva di una patologia neurodegenerativa che, fino a quel momento, si pensava riguardasse soltanto le persone anziane.
Oggi, solo in America, 5 milioni di persone sono state colpite dall’Alzheimer, numero destinato a triplicare entro il 2050: il Governo degli Stati Uniti dedica circa 1 bilione di dollari all’anno a sostegno della ricerca.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha commentato la recente scomparsa di Nancy Reagan, sottolineando come lei abbia «ridefinito» il ruolo della first lady, anche attraverso la sua battaglia per la ricerca sul morbo di Alzheimer.