Alzheimer: fasi e sintomi
L’Alzheimer è una malattia degenerativa con andamento progressivo distinguibile in “fasi”: tre quelle comunemente individuate, a loro volta suddivisibili in ulteriori sotto fasi, caratterizzate da differenti sintomi e disturbi.
Cosa mi devo aspettare? A quali difficoltà andrò incontro? Come cambierà il mio famigliare? Di quale aiuto avrà bisogno? Sono solo alcune delle domande che affollano la mente del famigliare di un malato di Alzheimer.
L’Alzheimer è una patologia che si manifesta con sintomi diversi nel corso del tempo. Potrebbe esserti di grande aiuto assumere un atteggiamento che affronti il progredire della malattia per “assimilazione”, cioè fare tesoro delle situazioni in evoluzione e tradurle in nuove esperienze, e “accomodamento”, ossia modificare le strategie o individuarne di nuove a seguito delle nuove esperienze appena fatte. Sentirsi stanchi, soli o scoraggiati sono stati d’animo naturali, avere un dialogo aperto con il proprio medico di fiducia può essere di aiuto per poter affrontare al meglio tutti i cambiamenti che la malattia presenta nella sua evoluzione. Ricorda che anche nelle condizioni più gravi di malattia ci possono essere potenzialità per migliorare la qualità della vita.
1 Prima fase
Ha una durata media da 1 a 7 anni e si caratterizza per la presenza di deficit cognitivi, perdita di memoria e il comparire di difficoltà nella cura di sé, mentre restano inalterate le capacità motorie.
Hai notato che il tuo famigliare ha difficoltà a lavarsi? Non riesce a vestirsi correttamente o nella corretta sequenza? O ancora non riesce ad usare lo spazzolino o il rasoio?
Questo accade perché il malato di Alzheimer va incontro ad una progressiva perdita di memoria e difficoltà a compiere azioni complesse ma quotidiane e ad una graduale compromissione delle abilità strumentali.
Anche il linguaggio subisce un impoverimento sia nel contenuto che nelle forme di espressione. Diventa rigido con utilizzo frequente di frasi fatte o con difficoltà a trovare le parole giuste. In alcuni casi possono presentarsi anche deliri e allucinazioni oppure il tuo famigliare potrà avere difficoltà a ritrovare oggetti in casa e pensare fermamente che gli siano stati rubati.
Il tuo caro vaga per ore in casa senza alcuno scopo? Oppure non riesce ad orientarsi nel suo ambiente? Questi sono sintomi della malattia, così come una facile irritabilità o un atteggiamento oppositivo.
Sorge la necessità di affrontare i primi sintomi comportamentali, oltre che con una terapia farmacologica, anche con interventi ambientali al fine di rendergli facilmente intuibile dove si trova anche all’interno della propria casa, perché al malato di Alzheimer accade di entrare in una stanza e disorientarsi o avere la convinzione di essere in un’altra o non riconoscerla come propria.
VillageCare ti consiglia: inizia a raccogliere informazioni sulla malattia e sulle possibilità terapeutiche e riabilitative. Fatti sostenere dal tuo medico e prendi in considerazione gruppi di supporto ai quali potrai partecipare con altri famigliari. Un’occasione per confrontarti con chi vive le medesime difficoltà. È importante non restare isolati.
2 Seconda fase
Ha una durata che può variare da 2 a 4 anni e si caratterizza per una grave perdita di autonomia e incapacità di comunicare. C’è una accentuazione dei deficit cognitivi e funzionali. Possono insorgere problemi nell’alimentazione (tendenza a trascurare la dieta), stati di agitazione psicomotoria (deambulazione finalistica o wandering) che portano il malato a muoversi in continuazione con rischio di cadute e fratture. Compaiono anche problemi del controllo sfinterico, cioè di incontinenza.
Il tuo famigliare non sa che giorno è o in quale mese si trova? Incontra sempre maggiori difficoltà nel comunicare?
Accade perché questa fase della malattia si manifesta con sintomi di disorientamento temporale (oltre che spaziale, già emerso nella fase precedente) ed una maggiore compromissione della memoria sia autobiografica (ad esempio, non ricordare quanti anni ha) che episodica, cioè riferita ad apprendimento e ricordo di eventi avvenuti da poco. Il linguaggio è sempre più problematico e compaiono difficoltà a utilizzare correttamente gli oggetti. La persona non è in grado di rievocare nella memoria un gesto e la sequenza di movimenti per eseguirlo (aprassia ideativa), oltre alla incapacità di eseguire i movimenti corretti per l’azione da compiere (aprassia ideomotoria).
Possono prendere maggiore peso deliri e allucinazioni, il vagare senza scopo (wandering) ed un rallentamento nell’esecuzione di alcuni movimenti (bradicinesia).
In questo momento aumenta per il tuo caro la necessità di avere una supervisione per le attività quotidiane e per la cura di sé.
VillageCare ti consiglia: ora devi prendere atto della perdita di autonomia del tuo familiare. Inizia a pensare a quali possibilità si aprono per aiutarlo in modo continuativo: assistenza in casa continuativa (badante)? Supporto domiciliare in determinate ore del giorno? Strategie riabilitative e terapeutiche potranno aiutarti a rimandare l’intervento continuativo e migliorare la qualità del vivere quotidiano.
3. Terza fase
L’ultima fase della malattia, che ha una durata media che va dai 3 ai 5 anni, mostra una definitiva perdita di autonomia nella cura di sé, nella capacità di comunicare fino al decesso.
Aumentano di intensità i problemi legati alla deglutizione e all’alimentazione. La deambulazione, già compromessa, degenera sino all’allettamento. Il malato in questa fase può mantenere un comportamento reattivo all’ambiente circostante e alla relazione, ma vi è ormai una totale perdita delle capacità comunicative.
In questa fase tutti i sintomi raggiungono il loro apice: le funzioni cognitive sono completamente deficitarie (potrà capitare che il tuo caro non sia in grado di riconoscere i volti familiari), il linguaggio, anch’esso compromesso, può arrivare al mutismo. La persona pur non essendo autonomo nella cura di sé (lavarsi, vestirsi e alimentarsi) può mantenere comportamenti aggressivi o di difficile contenimento.
Nel corso di questa fase le condizioni mediche rendono necessario prendere decisioni in merito a terapie quali sondino naso gastrico, alimentazione artificiale o terapie antibiotiche nel caso di infezioni.
VillageCare ti consiglia: in questa fase crescono le necessità di aiuti per il tuo famigliare. Sono da valutare: l’aiuto attraverso l’Assistenza Domiciliare Integrata della ASL con tutti i supporti necessari (letto antidecubito e tutti gli ausili per una corretta assistenza a casa), l’accoglimento in una struttura adeguata ad ospitare e prendersi cura della persona e dei suoi famigliari, i ricoveri temporanei, di sollievo, in momenti di maggiore necessità per il tuo famigliare o per la famiglia.