Giovani caregiver: chi sono e quali aiuti ricevono
“Caregiver” è una parola di origine inglese entrata ormai a far parte del linguaggio comune, a causa dell’importanza crescente che questa figura sta assumendo nella nostra società. Con questo termine si identificano tutti coloro che aiutano un famigliare che ha bisogno di assistenza, di solito il coniuge o un figlio adulto. Ma c’è una nuova categoria che sta emergendo: si tratta dei giovani caregiver.
Secondo l’Istat sono circa 170mila (pari al 2,8% della popolazione della stessa fascia di età) i giovani tra i 15 e i 24 anni che si assumono responsabilità da adulti nella gestione, spesso solitaria, di famigliari in difficoltà con conseguenze che si riflettono nella vita quotidiana, nello studio, nel lavoro e nelle relazioni sociali.
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Assistere qualcuno può avere un forte impatto sulla vita dei giovani con ripercussioni sul sistema nervoso (ansia, depressione e perdita di sonno), oltre ad un rischio forte di isolamento sociale. Queste sono alcune evidenze rilevate dall’indagine effettuata da Care2Work, un progetto pluriennale transnazionale, che ha come obiettivo il superamento delle barriere nell’accesso allo studio e al lavoro da parte dei giovani caregiver.
Il senso di colpa, per esempio, è uno dei sentimenti più diffusi tra i giovani adulti che si ritrovano a prendersi cura di una persona fragile, combattuti tra il prendersi cura del proprio famigliare o vivere la propria vita. Questo si riflette nelle scelte importanti per il proprio futuro come quella dell’università o di un lavoro, che devono adeguarsi agli impegni di assistenza e alle risorse economiche disponibili. Anche l’area di socialità può venire compromessa, perché questi giovani sono spesso esclusi dalle attività che svolgono i loro coetanei, dalle semplici uscite, alle attività sportive.
Secondo lo studio di Care2Work, affrontare un’esperienza di questo tipo in giovane età, permette di acquisire maggiori capacità di problem solving e gestione dello stress, oltre ad una maturità e sensibilità superiore alla media dei coetanei.
In Italia la costruzione di una rete di servizi intorno alle figura del caregiver è ancora agli albori. L’intenzione é quella di creare una vera e propria rete di contatti e servizi territoriali, ma anche attività di svago ad hoc e azioni di sensibilizzazione verso i coetanei e la comunità.
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