Come programmare una visita al proprio caro in una residenza assistita
La solitudine, in una persona anziana, può causare stress e perdita di memoria fino a costituire un problema di salute.
Per questo è importante ritagliarsi del tempo per fare una visita al proprio caro, soprattutto quando si trova in una residenza per anziani.
“Le visite dei familiari devono esserci e sono importanti per un ospite, qualunque sia la patologia di cui soffre, soprattutto per non alimentare il senso di abbandono.” ci spiega la direttrice di una residenza per anziani piemontese “L’ospite anziano, così come un bambino, ha bisogno di rassicurazioni, pertanto, soprattutto nei primi tempi, è giusto dare una ritmicità costante alle visite da parte di un parente. Questo fa bene sia all’ospite, sia al familiare.”
All’ingresso di un ospite in una residenza assistita, collaborazione e condivisione tra la famiglia e l’equipe sono le parole magiche.
“Sia attraverso incontri concordati con anticipo, sia in momenti diversi e casuali (nei corridoi, davanti alla macchinetta del caffè, per le scale) sono caldamente consigliati i confronti tra il personale e i famigliari nelle prime settimane, per scambiarsi le prime esperienze, impressioni e interazioni con l’ospite.”
Famiglia ed equipe devono mantenere con l’ospite una strategia comune che va dichiarata fin da subito. Questo aiuta a garantire un ingresso sereno per l’anziano e la famiglia.
“Soprattutto all’inizio, sono tanti i sentimenti in gioco, tra cui il senso di colpa del famigliare per aver “lasciato” il proprio caro in una struttura, oppure il senso di sollievo per non avere più sulle spalle il carico assistenziale o la tristezza della persona anziana (quando cosciente), nell’aver lasciato la propria casa.”
Una volta superata la fase iniziale, è importante mantenere una routine nelle proprie visite. Vediamo insieme alcuni consigli:
1.Programmare l’orario di visita
E’ consigliabile programmare una visita o nel momento massimo delle sue forze (di solito al mattino) o quando hanno più bisogno di un aiuto nella gestione della propria quotidianità (durante i pasti, momento vestizione)
2.Utilizzare il tono e il linguaggio giusto
Una persona anziana tende a chiedere o ripetere sempre le stesse cose e a mantenere l’attenzione per poco tempo. Per questo il modo di porsi nei suoi confronti è fondamentale: meglio usare frasi brevi e un linguaggio semplice e parlare sempre con voce pacata e guardando negli occhi l’interlocutore. Alzare il tono della voce per farsi sentire ma senza urlare e porsi più o meno alla stessa altezza per potersi guardare negli occhi (specialmente se è in carrozzina), sono piccoli accorgimenti che possono essere molto apprezzati.
3.Dedicare tempo di qualità
Nel lasso di tempo che passate con il vostro caro, è importante esserci non solo fisicamente ma anche mentalmente. Guardare sempre l’orologio o il cellulare fa capire che si vorrebbe essere da un’altra parte. Dedicare del tempo di qualità, indipendentemente dalla durata, è la cosa più importante.
4.Stimolare la conversazione con immagini o video
Portare qualcosa con sé può essere un’ottima idea: qualche scatto del passato o la fotografia dell’ultima vacanza con la famiglia, possono stimolare una conversazione e mantenere la mente attiva.
Anche vedere insieme un video, come per esempio la recita del figlio, può far sentire la persona parte di quell’evento.
5.Durata della visita
Dipende molto dalle condizioni di salute e dall’energia della persona stessa. Sono consigliabili più visite di breve durata, così da non affaticarla troppo e non far patire lunghi periodi di assenza tra un incontro e l’altro.
“In struttura la presenza del familiare va dosata, anche per il familiare che rischia di stancarsi, stressarsi e entrare in conflitto con i metodi, i tempi e le procedure dell’istituto.” conclude la direttrice “Ma è soprattutto controproducente per l’ospite. Se le visite sono troppo lunghe rischiamo che si stanchi troppo e non si riesca ad inserire pienamente nella quotidianità della struttura, facendo amicizia con gli altri ospiti e con gli operatori”.