4 consigli per viaggiare con una persona che soffre di Alzheimer
Con l’avvicinarsi dell’estate milioni di italiani programmano vacanze lontane dallo stress cittadino, privilegiando lidi marittimi o montani, in modo da potersi rilassare dopo le fatiche lavorative e della vita quotidiana.
Tuttavia, per un caregiver familiare che si occupa dell’assistenza del proprio genitore con Alzheimer, un allontanamento da casa può essere un problema di difficile gestione.
Una vacanza, infatti, è un’improvvisa interruzione della routine quotidiana, una delle poche condizioni di stabilità nella vita di una persona che convive con una malattia neurodegenerativa. Può essere disorientante e presentare una serie di ostacoli che devono essere fronteggiati con largo anticipo e con un’organizzazione accurata.
Ecco alcuni piccoli consigli da seguire per partire con una maggiore tranquillità.
1. Volo aereo
Se per raggiungere la propria meta estiva si rende necessario un viaggio in aereoplano, occorre prima di tutto ricordare che anche una persona che soffre di una forma precoce di Alzheimer, non dovrebbe viaggiare da sola.
Meglio prenotare un volo diretto, evitando scali, e scegliendo preferibilmente le prime ore della giornata, momento in cui il proprio caro è tendenzialmente più tranquillo e ben disposto.
Nella preparazione del bagaglio a mano assicuratevi di inserire il necessario per ogni evenienza, nel caso di uno smarrimento della valigia imbarcata o eventuali ritardi del volo, come un cambio di vestiti, un pigiama, e i documenti necessari (numeri di emergenza e un elenco aggiornato con medicine e dosaggi).
Nella fase del check-in informarsi con largo anticipo sulla possibilità di usufruire delle corsie preferenziali riservate a persone con ridotta mobilità, così da ridurre code e attese.
Non dimenticarsi, una volta superati i controlli, di comprare qualcosa da mangiare e, soprattutto, qualche bottiglietta di acqua, in base alla lunghezza del viaggio, per evitare la disidratazione, uno dei rischi maggiori per le persone anziane.
Portare, infine, qualcosa di manuale da poter fare durante il volo come un puzzle, un lavoro a maglia o carte da gioco, in base alle preferenze del vostro genitore: lo terrà impegnato e rilassato.
2. Viaggio in automobile
In generale sarebbero da escludere lunghi viaggi in macchina, troppo faticosi per una persona con difficoltà cognitive.
Nel caso non si possa scegliere, meglio evitare gli orari di punta e le giornate da bollino rosso così da non rimanere imbottigliati nel traffico con il caldo estivo.
Ricordarsi di fare diverse soste lungo il tragitto, rimanendo sempre vicino ai propri cari: i posti nuovi, infatti, possono spaventare e creare un senso di confusione.
Scegliere una musica rilassante o quella preferita dal proprio genitore, infine, potrebbe aiutare a trascorrere un viaggio piacevole e senza inconvenienti.
3. Soggiorno in hotel
Se in vacanza è previsto un soggiorno in hotel, meglio scegliere una camera grande e il più possibile tranquilla da rumori esterni.
Affinchè siano preparati ad affrontare ogni evenienza, è raccomandabile avvisare con largo anticipo lo staff dell’hotel riguardo alla propria situazione e anticipare qualunque richiesta o necessità.
Se il proprio caro soffre di wandering, cioè gli capita di vagabondare apparentemente senza meta, spesso uscendo anche da casa, va osservata qualche precauzione aggiuntiva.
Si può chiedere in hotel, per esempio, se è possibile installare campanelli di allarme alle porte per segnalare eventuali uscite dalla stanza, soprattutto se notturne.
Controllare che il proprio caro sia sempre munito di un documento di identificazione o, in alcuni casi, meglio fargli indossare un braccialetto di identità che rechi impresso il nome, l’indirizzo e il numero di telefono.
4. Restare a casa
La decisione di rimanere in casa durante il periodo estivo, non implica un isolamento del caregiver e del proprio genitore.
Si possono invitare piccoli gruppi di persone, amici o parenti, a far visita al proprio genitore, così da non spaventarlo o agitarlo troppo. Evitare possibilmente la fascia oraria che si estende dal tardo pomeriggio alla sera, soprattutto se la persona con Alzheimer soffre della sindrome del tramonto (o del sole calante) in cui, la scomparsa degli ultimi raggi di sole, coincide con l’alterarsi di attività cognitive come percezione e memoria, con reazioni improvvise e imprevedibili e probabili comportamenti aggressivi.
Se possibile, individuare con largo anticipo una persona fidata, come un famigliare, a cui poter lasciare con tranquillità il proprio caro, nel caso di impegni o di piccole pause dalla routine quotidiana.
Approfittare del maggiore tempo libero a disposizione per godere di spazi all’area aperta cittadini, come parchi o giardini pubblici, porterà di sicuro giovamento all’umore.
Fonte: caring.com