Wandering nell’Alzheimer: perché accade e come reagire
Il wandering rientra tra i comportamenti più preoccupanti che possono manifestarsi in un malato di Alzheimer. Come conseguenza, spesso porta a lasciare le sicure mura domestiche ad orari casuali per addentrarsi in luoghi sconosciuti, senza ragione apparente e spesso poco vestiti. Dietro il wandering potrebbe risiedere un desiderio di comunicare dopo aver perduto le capacità di linguaggio.
Il genitore anziano potrebbe, infatti, voler comunicare la propria idea di sentirsi perduto o come se avesse perduto qualcosa. Potrebbe anche segnalare bisogni primari come la fame o la sete, il bisogno di muoversi liberamente o l’esigenza di riposarsi. Tra le cause che potrebbero scatenare il wandering ci sono i troppi stimoli ricevuti dall’ambiente (rumori di pentole in cucina, conversazioni nelle vicinanze).
Il wandering potrebbe inoltre essere collegato a effetti collaterali di farmaci, perdita di memoria e disorientamento, tentativi di esprimere emozioni come la paura o l’isolamento, curiosità, irrequietezza o noia, stimoli esterni che agiscono sulla routine (vedere un cappotto o degli stivali vicino alla porta d’ingresso), trovarsi in una nuova situazione o ambiente.
Se prevenire completamente il wandering è impossibile, i cambiamenti nell’ambiente possono aiutare. Una donna che ha svolto un’attività da casalinga per tutta la sua vita potrebbe essere meno soggetta al wandering se avesse, ad esempio, un cesto di asciugamani da piegare. Anche riesplorare periodicamente l’ambiente – anche quello casalingo – può aiutare a fissare meglio i punti più importanti che possono essere dimenticati (il bagno, la camera da letto, la cucina).
L’idea è quella di intervenire sui bisogni che possono causare il wandering. Appendendo delle foto descrittive sulle porte delle varie stanze, ma anche offrendo uno spuntino o un bicchiere d’acqua o l’uso del bagno, si potrebbero capire i bisogni espressi dal wandering. Se la persona sta cercando un famigliare, può essere utile mostrare un album di famiglia e condividere i ricordi.
Se il wandering si ripresenta ogni giorno alla stessa ora, potrebbe essere collegato a una routine seguita per tutta la vita. Ad esempio, una donna che cerca di lasciare la casa di riposo ogni giorno alle 5 del pomeriggio potrebbe credere di dover tornare a casa dal lavoro. Una falsa convinzione che potrebbe essere rinforzata dal vedere il personale della casa di riposo lasciare la struttura a quell’ora. In questo caso è utile pensare a delle distrazioni da pianificare in quell’orario, o far lasciare allo staff la struttura da un’altra uscita.
Cause a parte, è importante creare un ambiente sicuro per il malato. Quindi rimuovere tappeti, fili elettrici e i vari ostacoli che possono portare a inciampi e cadute, e posizionare i mobili in modo da creare più spazio libero. Altri suggerimenti per evitare al famigliare di uscire fuori includono usare pomelli a prova di bambino o catenacci posti in alto. A volte è sufficiente mettere un semplice segnale di stop sulla porta.
Per quelle parti della casa che invece sono off-limits è consigliabile nascondere la porta con un quadro o una superficie che si confonda con i muri per limitare il possibile desiderio di voler entrare nelle stanze. Durante le ore notturne sono utili delle apposite luci o dei cancelli davanti alla tromba delle scale.
Fonte: Alzheimerreadingroom