Caregiver famigliare: come migliorare la comunicazione con il proprio caro in caso di demenza senile
“Caregiver” è un termine di origine inglese, entrato ormai a pieno titolo nel linguaggio comune, per l’importanza crescente di questa figura nella nostra società. Come anticipato in questa guida VillageCare, il caregiver famigliare è “colui/colei che si prende cura di qualcuno”, nella maggior parte dei casi un genitore non autosufficiente.
Un compito non facile, fisicamente ma anche mentalmente, perché si è alla ricerca costante di un equilibrio tra impegni lavorativi, famigliari e assistenza al proprio caro, con possibili conseguenze a livello di salute. Sul fronte assistenziale, in caso di demenza senile, una delle prime difficoltà riscontrate consiste nell’incomunicabilità con il proprio famigliare.
Mancanza di attenzione, difficoltà ad esprimersi, dimenticanze possono causare un senso di impotenza e frustrazione nel malato e grande nervosismo nella persona che se ne prende cura.
Cosa fare per migliorare la comunicazione con il malato: alcuni consigli per il caregiver famigliare
- Prima di tutto è importante ricordarsi che il tuo caro fatica a mantenere l’attenzione a più di uno stimolo contemporaneamente. Meglio, quindi, evitare di creare “confusione” durante una conversazione mischiando più argomenti o facendogli due domande nello stesso momento ma, piuttosto, inviandogli pochi e semplici messaggi.
- Utilizza, per quanto possibile, un tono pacato e gentile, preferendo frasi brevi, in modo da non agitarlo.
- Soprattutto nella fase iniziale della malattia, il tuo familiare potrebbe incorrere in difetti linguistici marcati (come, per esempio, non ricordarsi più di una parola). Sforzati di comprendere nell’insieme il significato di ciò che vuole dirti, evitando di sottolineargli questa difficoltà o incalzandolo con troppa enfasi, con il rischio di umiliarlo.
- Spesso il malato può avere problemi di comprensione e di espressione, oppure porre domande in modo ripetitivo. Come fare? Puoi intervenire, ad esempio, cercando di tranquillizzarlo e distrarlo focalizzando la sua attenzione su qualcos’altro di piacevole.
- In alcuni casi, alcuni degli effetti della demenza senile si riscontrano nell’utilizzo di un linguaggio scurrile, mai utilizzato prima dal tuo famigliare. Anche se la situazione può creare imbarazzo e sofferenza, è importante comprendere che non viene fatto intenzionalmente, anzi, spesso nasconde una situazione di disagio. Prova prima di tutto a calmarlo, cerca di indagare la causa di questa reazione e, se possibile, pensare a come risolverla.
Villagecare consiglia: l’area linguistica è, fin dalle prime fasi della malattia, quella più compromessa. Presta attenzione fin da subito ad ogni minimo segnale di cambiamento, in modo da poter consultare, in prima battuta, il proprio medico di base (MMG) ed eseguire gli accertamenti iniziali.
- Insegnagli con molta pazienza a scomporre gesti, ora diventati complessi, in azioni semplici. Se, ad esempio, noti crescenti difficoltà nel vestirsi, prova a disporre gli abiti nella corretta sequenza con cui andranno indossati, così da poter seguire una sequenza (almeno per un certo periodo).
- Cerca di porre attenzione alle sue difficoltà con delicatezza, evitando di metterlo di fronte a qualcosa di troppo difficile e quindi ad una probabile sensazione di frustrazione.
- In fasi più avanzate della malattia, la persona anziana riscontra grosse difficoltà nel distinguere ciò che è commestibile (cibo) da ciò che non lo è, oltre a non riconoscere le persone a lui care. Potrebbe non distinguere, ad esempio, farmaci ed oggetti pericolosi, manipolare materiale fecale, non riconoscersi più allo specchio se stesso e i suoi parenti. In questo stadio è, purtroppo, inutile cercare di far ragionare correttamente il tuo famigliare, perché il suo comportamento non è intenzionale. Cerca di allontanare in casa ogni oggetto/materiale potenzialmente pericoloso, aiutalo nelle piccole azioni quotidiane e presta maggiore attenzione, per quanto possibile, alle sue azioni.
- Ricordati infine che, anche se il tuo caro ti sembra completamente assente, non è così: continua quindi a stimolarne le capacità residue, parlandogli, spronandolo ad eseguire anche le poche azioni che riesce ancora a compiere, senza dare nulla per scontato.
Villagecare consiglia: l’aspetto più difficile è accettare che il proprio famigliare sia cambiato. Questo crea nervosismo e può portarti a sentirti sopraffatto, triste e impotente non riconoscendo più la persona a te cara, con il rischio di utilizzare sempre più spesso comportamenti di rimprovero. Ogni cambiamento è sintomo della malattia: anche i comportamenti più “strani”, infatti, non seguono più alcuna logica e derivano da un’incapacità generale nel riconoscere oggetti, persone e ambiente circostante. Cerca di accogliere il tuo caro per ciò che è oggi, anche se molto lontano dalla persona che conoscevi: riuscirai ancora parzialmente a comunicare con lui/lei, anche se in modo diverso. Se sei stanco e provi difficoltà nel gestire questa situazione, è consigliabile un percorso di supporto con uno psicoterapeuta.
Fonte e professionisti:
Dott.ssa Alessandra Di Cola e Dott.ssa Manuela Donis – psicologhe e psicoterapeute.
Photo credit @Lara Zacchi