La depressione nei caregiver familiari: come affrontarla
Quando ci si dedica alla cura di una persona a cui si vuole bene, è facile dimenticare di prendersi cura di se stessi fino ad arrivare al punto, senza accorgersene, di soffrire di depressione.
Nello sforzo quotidiano di fornire la migliore assistenza possibile al proprio familiare, infatti, anche i caregiver apparentemente più forti possono non rendersi conto di un peggioramento sensibile della propria salute, sia fisica che psicologica.
Una delle cause maggiori di questa situazione consiste nel senso di frustrazione ed impotenza che si prova nel vedere ogni giorno il proprio caro in difficoltà, con problemi di salute difficilmente risolvibili e senza poter fare nulla per farlo stare meglio.
E’ a questo punto che subentrano i sentimenti di rabbia, agitazione, ansia, tristezza e pessimismo che, uniti al senso di colpa perchè li si prova, possono costituire nel tempo un pesante fardello da sostenere da soli.
Ognuno di noi può avere delle giornate negative, in cui il pessimismo sembra prendere il sopravvento. Ma se ci si accorge di irritarsi sempre più facilmente, riversare la propria rabbia verso il proprio caro e sentirsi perennemente sull’orlo del pianto, vuol dire che qualcosa non va: ignorare o negare questi sentimenti, non serve a risolverli.
Cosa fare quindi? Accorgersi di non stare bene è un primo, importante, passo per provare ad affrontare il problema, eccone altri:
1. Pensa positivo… nonostante tutto
Secondo la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) a causare i nostri disturbi emotivi e comportamentali non sono gli eventi esterni ma, al contrario, sono questi ultimi ad essere influenzati dalle nostre strutture e costruzioni cognitive.
Con il “pensiero positivo”, quindi, è possibile provare a mutare il modo in cui pensiamo e agiamo, combattendo il pessimismo e la negatività che fanno parte della depressione.
2. Concediti dei momenti di pausa
Ogni tanto concediti una pausa dalla tua attività di caregiver, senza sentirti in colpa. Trova qualche attività che ti piace e ti fa sentire meglio, come andare al cinema o a teatro, giardinaggio, fare sport (in palestra o all’aria aperta) o uscire con le amiche.
Se non puoi lasciare solo il tuo genitore, prova ad informarti su quali sono i servizi di assistenza domiciliare o centri diurni nella tua zona.
3. Parla con i tuoi amici
Non tenerti tutto dentro di te, non ti isolare perchè pensi di non poter contare sugli altri. Gli amici ti possono davvero aiutare a superare i momenti di difficoltà solo se sei disposto ad aprirti e confidare i tuoi sentimenti. Ti accorgerai dell’immediato e positivo impatto che un abbraccio o una spalla amica su cui piangere possa avere sul tuo umore.
4. Scrivi nero su bianco i tuoi pensieri
Hai mai pensato di tenere un diario? Mettere nero su bianco pensieri e sentimenti, soprattutto quelli negativi, aiuta a liberarsi di quelle stesse emozioni.
Una definizione di “sofferenza” consiste nel ripetere più volte la stessa azione aspettandosi, ogni volta, risultati diversi. Capire, anche attraverso la scrittura, quali azioni o persone contribuiscono a farti stare male, possono esserti d’aiuto nel comportarti in maniera diversa quando ti troverai nella stessa situazione.
5. Tieniti impegnato
Uno dei sintomi maggiormente paralizzanti della depressione è l’incapacità di portare a termine i propri compiti quotidiani.
Non riuscire a prendere una decisione o compiere un’azione può portare ad un sentimento di immobilismo nel caregiver. Come superare questa situazione? Cerca di porti degli obiettivi realistici, semplifica i grandi compiti in più piccoli e, alla fine, fai quello che riesci, in base alle tue possibilità.
6. Comincia un nuovo progetto
Uno dei modi più semplici per svagarti è di impegnare la mente in un nuovo progetto come, per esempio, creare un album di famiglia, lavorare a maglia, iscriversi e seguire un corso online o nella propria città.
Focalizzarsi su uno scopo o un compito specifico rende più difficile concentrarsi soltanto sui pensieri negativi.
7. Chiedi aiuto
Sopportare il carico assistenziale e di cura del proprio genitore non autosufficiente può portare a sentirsi soli e senza alcuna comprensione esterna.
Una prima soluzione consiste nel provare ad informarti sui gruppi di auto mutuo aiuto nella tua città. Lo scopo è quello di condividere le proprie esperienze con chi sta attraversando le tue stesse difficoltà, grazie alla moderazione di uno psicologo professionista. Il confronto con altri caregiver è importante per combattere l’isolamento, elaborare le proprie emozioni e apprendere le strategie migliori di gestione e assistenza del proprio caro.
Se invece senti il bisogno di un aiuto individuale, consulta il tuo medico di base per capire quale piano terapeutico possa essere la soluzione ideale per te. Questo potrebbe includere farmaci o un aiuto professionalizzante, come quello di uno psicologo psicoterapeuta specializzato in questo ambito.
Sentirsi meglio richiede del tempo. Questo vuol dire che rendersi conto di non stare bene e voler trovare una soluzione costituisce già un primo passo prezioso nel processo di guarigione.
Fonte: agingcare.com