Invecchiare: un’opportunità di crescita personale
L’ingresso nella cosiddetta “terza età”, rappresenta un momento molto delicato per ognuno di noi. L’uscita dal mondo del lavoro, le giornate improvvisamente vuote, i primi lievi segnali di decadimento fisico e cognitivo, sono cambiamenti difficili da affrontare. A tutto ciò si aggiungono i pregiudizi e le opinioni diffuse verso questo stadio d’età, spesso connotati da pessimismo. Invecchiare, quindi, viene collegato a percezioni negative come cambiamenti fisici, malanni e solitudine.
In realtà, in assenza di patologie serie, le abilità fisiche e, soprattutto, psicologiche dipendono da come si affronta questa nuova fase della vita, dagli obiettivi prefissati e dalla propria attitudine verso il mondo.
Se le persone anziane riescono a considerare questo momento come una nuova occasione di crescita personale, che permetta loro di dedicare il proprio tempo alle cose che più li gratificano, saranno anche in grado di utilizzare le risorse e conoscenze personali per dare un senso alla propria esistenza.
Come? Coltivando i propri interessi e ampliando la propria rete di amicizie.
1.Frequentare circoli ricreativi o centri diurni
È risaputo quanto il coinvolgimento sociale ed il relazionarsi con persone nuove, porti ad un arricchimento personale, alimenti la curiosità e la possibilità di confronto. Oltre a migliorare sensibilmente l’umore e diminuire il senso di isolamento e solitudine.
Tra le possibili attività da svolgere:
– informarsi se nella propria città esiste la possibilità di frequentare dei corsi all’Università della Terza Età o dei laboratori creativi (ceramica, decoupage, fotografia, cucina, cucito, computer, lingue straniere, …)
– prendere contatti con associazioni di volontariato
– frequentare cinema, teatri o mostre
– frequentare corsi di ginnastica dolce
– seguire corsi di rilassamento.
Villagecare consiglia: anche se il tuo familiare si sente poco stimolato, è importante incoraggiarlo a frequentare questi contesti, al fine di mantenere sempre attiva una rete sociale.
2.Viaggiare
Oggi sono tante le possibilità di poter effettuare dei viaggi collettivi dedicati alla terza età, anche con piccoli budget. Ad esempio le gite o le vacanze organizzate dalla parrocchia, dal Comune della propria città, dalle agenzie di viaggio e dalle compagnie dei trasporti pubblici. È risaputo quanto il viaggio abbia potenzialità terapeutiche sulla psiche umana. A volte c’è proprio bisogno di “staccare la spina” e ricaricarsi per poter ricominciare con un’energia nuova, oltre a conoscere persone della propria età con cui passare il proprio tempo.
VillageCare consiglia: anche brevi spostamenti possono arricchire le persone donando loro nuove esperienze e nuove sensazioni. Prova ad informarti presso le Associazioni della tua città (come ad esempio Auser, Avulss…).
3.Prendersi cura dei nipoti
Per chi vive questa fase in maniera attiva, si può dire che la nascita di un nipote rappresenti una nuova vitalità ed una spinta propositiva verso il futuro.
La relazione nonni-nipoti si basa spesso sul gioco. L’aspetto ludico, come ad esempio il racconto di fiabe, o il costruire qualcosa insieme o affiancarli nei compiti, porta ad un reciproco sviluppo creativo legato a nuove espressioni delle proprie emozioni. Non solo a livello verbale ma anche comportamentale.
Un recente studio americano dimostra come un buon rapporto tra nonni e nipoti, oltre a migliorarne l’umore, porti anche rilevanti benefici psicologici, allontanando il rischio di depressione. Le persone anziane, infatti, una volta arrivate alla pensione, si trovano improvvisamente a trascorrere in solitudine giornate intere.
VillageCare consiglia: nella cura del nipote, sono tanti i benefici che può trarne il tuo familiare anziano. Tra questi, la sensazione di poter trasmettere alle nuove generazioni il proprio sapere esperienziale.
4. Allenare la mente
Leggere una pagina di un libro al giorno, un articolo di un quotidiano o della rivista preferita, ma anche fare l’enigmistica, sono solo alcune delle piccole azioni sufficienti per mantenere attive le facoltà cognitive.
Ad esempio, annotare le spese fatte ogni giorno su un’agenda, segnarsi la lista della spesa o qualunque piccolo esercizio di scrittura o di ripetizione, può essere utile in tal senso.
In caso di decadimento cognitivo conclamato, a seguito per esempio di ictus, qualche particolare area cognitiva potrebbe essere stata lesionata in modo più serio. A tal proposito, potrebbe essere necessario un percorso con una Psicologa-Psicoterapeuta, possibilmente perfezionate in attività di riabilitazione/stimolazione cognitiva che, in linea con il medico specialista di riferimento che ha in cura il proprio caro, studierà un percorso di “allenamento cognitivo” specifico e personalizzato in base alle esigenze.
N.B. Si evidenzia che le linee guida suggerite sono un’indicazione generale, pertanto non sostituiscono in alcun modo istruzioni specifiche fornite da personale specializzato.
Fonte e professionisti
Dott.ssa Alessandra Di Cola e Dott.ssa Manuela Donis: Psicologhe-Psicoterapeute, Brain Trainers.