Residenze assistite: tra realtà e pregiudizi
Quando il proprio genitore comincia a perdere a poco a poco la propria indipendenza, sono tante le domande che affollano la testa di un figlio. Anche le decisioni che deve prendere, soprattutto in una situazione di emergenza, sono molteplici.
Ed è a questo punto che ci si trova catapultati in un mondo nuovo e sconosciuto, fatto di linguaggio specifico (e spesso incomprensibile), iter burocratici e falsi miti.
Se il tuo caro ha bisogno di un aiuto specializzato e in maniera continuativa, la soluzione migliore potrebbe essere quella di scegliere una residenza assistita, la cosiddetta casa di riposo. Obiettivo? Consentire alle persone di mantenere la loro indipendenza il più a lungo possibile ma in un ambiente protetto. Assistenza specializzata, compagnia di altri ospiti anziani e attività settimanali, sono alcune delle caratteristiche di queste strutture che cercando di far sentire ogni ospite come a casa.
Nonostante i grossi benefici, per un figlio prendere la decisione di far entrare il proprio genitore in una RSA, lasciando la propria casa e la propria vita, non è per niente facile. Soprattutto in caso dei pregiudizi esistenti, come già accennato in questo articolo di VillageCare. Vediamone alcuni:
1. “Entrare in una residenza assistita significa perdere la propria indipendenza”
Qual è la verità: in una casa di riposo ognuno ha diritto ad avere i propri spazi e la propria privacy senza i possibili problemi derivanti dal vivere da soli in casa. In caso di appartamenti protetti, rivolti a persone parzialmente autosufficienti, la persona può mantenere tutta la propria indipendenza, usufruendo però del supporto e dell’assistenza socio-sanitaria erogata da strutture vicine. L’appartamento, infatti, può essere attrezzato e arredato con i propri oggetti e si possono chiudere le porte a chiave, garantendo agli ospiti assoluta tranquillità. L’importante è sentirsi sereni e protetti nel proprio ambiente domestico.
2. “Entrare in una residenza assistita significa restare soli”
Qual è la verità: le RSA vengono costruite in sicurezza con la presenza di uno staff di professionisti presente 24 ore al giorno e per ridurre le problematiche che possono sorgere dal vivere da soli. Questo non significa isolarsi, anzi, tutto il contrario. Le residenze sono spesso scelte proprio per evitare l’isolamento della persona anziana, immersa così quotidianamente all’interno di un ambiente quieto e stimolante e circondata da ospiti con cui condividere le proprie giornate. Inoltre le porte della struttura sono aperte ai familiari che sono sempre invitati a prendere parte alla vita della struttura e alle molteplici iniziative organizzate.
3. “Entrare in una residenza assistita significa dire addio ai propri hobby”
Qual è la verità: per una persona anziana che solitamente vive da sola e con problemi di mobilità, è facile isolarsi. L’ingresso in una residenza assistita per anziani significa essere maggiormente coinvolti nelle attività della struttura. Il calendario settimanale organizzate dalla residenze, infatti, comprende attività fisiche ma anche giochi da tavolo come le carte o il bingo, iniziative per stimolare le facoltà cognitive, come letture di gruppo ed enigmistica e altre definite terapeutiche come arteterapia, pet therapy. Sempre più studi hanno dimostrato come le persone che si mantengono attive fisicamente e mentalmente sono molto più felici, in forma e vivono più a lungo. Il ventaglio di iniziative proposte danno l’opportunità agli ospiti di poter scegliere ciò che si avvicina di più ai propri gusti, desideri e stile di vita.
Quando si invecchia la vita può cambiare in modo inaspettato: nessuno di questi cambiamenti, però, deve essere affrontato da solo. Ecco perchè le residenze assistite rappresentano l’opzione migliore per il tuo genitore consentendo di continuare a vivere la vita che desidera.
Fonte: aplaceformum.com Cover @Lara Zacchi per VillageCare