Generazione Sandwich: come gestire figli e genitori anziani
In Italia, secondo l’Istat, sono oltre 15 milioni le persone che fanno parte della cosiddetta Generazione Sandwich, ovvero 45-55enni che, oltre al proprio lavoro, devono prendersi cura dei genitori anziani (13,4 milioni gli over 65, 22 milioni nel 2050) e, allo stesso tempo, dei figli minorenni (5,2 milioni tra i 7 e i 15 anni). Un fenomeno in costante crescita che richiede un’analisi specifica e strumenti di supporto adeguati, per non incorrere in situazioni di elevato stress e ansia.
La Dott.ssa Antonella Di Biase, psicologa e psicoterapeuta dell’Associazione Exarco di Milano, ci aiuta ad esplorare il tema.
Cosa si intende con l’espressione Generazione Sandwich?
“Si tratta di un’espressione utilizzata per definire l’insieme degli individui adulti che si trovano “in mezzo” tra la generazione dei giovani e quella degli anziani” ci spiega la Dott.ssa Antonella Di Biase “E’ una conseguenza del cambiamento profondo che sta investendo il tessuto familiare e in generale tutto il contesto sociale ed economico italiano: le generazioni di mezzo, sono quelle famiglie che contestualmente devono dividersi tra la cura dei genitori anziani e il sostentamento dei figli non ancora autosufficienti, sentendosi immancabilmente oppresse e schiacciate sotto il peso di due generazioni. Ma al tempo stesso costituiscono il perno della nostra società che ruota attorno a temi quali la disoccupazione, la precarietà e la crescita zero. Sono essenzialmente donne e vivono questa fase del ciclo di vita come onerosa e problematica”.
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Quali sono le possibili conseguenze a livello fisico?
“Le persone costrette tra la cura dei figli e quella degli anziani in famiglia sono “role overloaded”, ovvero sovraccariche rispetto a questo ruolo, e ne pagano conseguenze a livello materiale, emotivo e di salute” continua la Dott.ssa Di Biase “In particolare le donne per ciò che riguarda lo stress casalingo, le rinunce alla carriera lavorativa e la significativa riduzione del tempo da dedicare a se stesse o ad attività piacevoli. Abituate a fare tutto da sole, tendono a sottovalutare questo carico di stress a cui si aggiunge stanchezza fisica, affanno, mal di testa perenne, senso di avere sempre troppa o poca fame, insonnia”.
E quali sono i segnali da non sottovalutare, anche a livello psicologico?
“Tra le manifestazioni a livello psicologico, ci si sente in colpa pensando di non fare abbastanza né per i figli, né per i genitori, né per il proprio partner. A volte lo stress si manifesta con un senso di abbandono, di precarietà e fallimento. E’ facile, senza rendersene conto, trovarsi in una condizione di “supereroe”, in cui si vuole far tutto da soli senza delegare nulla, finchè le forze lo permettono. Quando si supera il proprio limite, è difficile accettarlo e ci si chiede come possa essere successo”.
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Com’è possibile non sentirsi schiacciati da questo ruolo?
“Prima di tutto è fondamentale chiedere aiuto” conclude la Dott.ssa Di Biase “Al proprio compagno, sorella o amica: l’importante è parlare con qualcuno della propria situazione. All’interno della famiglia, in particolare, è necessaria una buona comunicazione per poter chiedere di gestire insieme i momenti critici. Secondo punto: favorire la collaborazione fra le generazioni agli antipodi, i figli e i nonni. In questo modo, oltre ad una gestione della quotidianità condivisa dai membri della famiglia, si responsabilizzano i figli e si aiutano le persone anziane a sentirsi ancora utili e attivi. In casi più estremi, di difficile accettazione della propria impotenza nel gestire la situazione di sovraccarico, o in caso di aiuto nella cura del proprio caro anziano, soprattutto se con patologie di decadimento cognitivo, è consigliabile richiedere un supporto psicologico adeguato”.
Psicoterapeuta individuale e di gruppo con orientamento psicodinamico. Libera professionista, la Dott.ssa Di Biase svolge privatamente e presso l’Associazione Exarco attività di consulenza e supporto psicologico. Lavora presso l’Ospedale San Raffaele di Milano per la valutazione e il trattamento di gravi Disturbi di Personalità, e svolge attività di conduzione di gruppi nei casi di disagio psichico. Inoltre, opera nell’ambito della formazione scolastica svolgendo attività di sostegno a minori con lievi e gravi difficoltà di apprendimento.