Alzheimer: quali sono i comportamenti da evitare
Come già descritto nelle guide dedicate a questa patologia e ai suoi sintomi, il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa caratterizzata da graduale perdita della memoria e deterioramento delle funzioni cognitive. Attraversa normalmente 3 fasi (lieve, media e grave) e, nella forma più grave, arriva a compromettere le attività della vita quotidiana della persona.
Durante questo processo degenerativo, il caregiver (solitamente un familiare) si ritrova a dover affrontare un comportamento “particolarmente problematico” del proprio caro. Diventa, infatti, improvvisamente difficile gestirlo e fronteggiare le sue reazioni che, ai suoi occhi, sembrano anomale.
Cosa fare in questi casi?
E’ fondamentale ricordarsi che la persona a noi cara non ci sta prendendo in giro, ma commette degli errori e potrebbe anche alternare, sempre più frequentemente e senza logica, azioni corrette a sbagli, a causa della patologia che l’ha colpito.
Ad esempio: se la mamma ha sempre compiuto correttamente un’azione, come mangiare la minestra con il cucchiaio, bisogna tenere presente che, da un giorno all’altro, potrebbe non essere più in grado di ripeterla correttamente.
Nelle prime fasi della malattia, per fronteggiare al meglio questi cambiamenti improvvisi, si può far riferimento a due modalità comportamentali:
- RINFORZO: premiare i comportamenti che vogliamo che si ripetano.
E’ importante tenere in considerazione i comportamenti positivi che la persona anziana attua, al fine di rinforzare e favorire la loro ripetizione nel tempo.
Qualche esempio?
Se, ad esempio, il papà grida tutti i giorni ad una determinata ora, invece di rimproverarlo, sarebbe meglio ricompensarlo quando non attua tale comportamento.
Le ricompense possono essere di vario tipo: un gesto di affetto e un sorriso, prestare particolare attenzione, fare qualcosa insieme o donargli qualcosa che gli piace (ad esempio il suo cibo preferito, un oggetto che gli piace).
- ESTINZIONE: non premiare i comportamenti problematici.
Un altro atteggiamento consigliato è quello di non considerare i comportamenti negativi nel momento in cui si verificano.
Qualche esempio?
Riprendendo l’esempio di prima, se il papà anziano è solito gridare tutti i giorni ad una determinata ora per richiamare l’attenzione, ignorare le sue grida o ridurre l’attenzione nei suoi confronti, nel momento in cui emette il comportamento, potrebbe essere una modalità per diminuire tale comportamento.
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In linea generale, pur tenendo sempre presente che ogni persona è diversa ed è inserita in un ambiente differente, si possono osservare alcuni semplici accorgimenti per favorire una migliore interazione e relazione con il proprio familiare:
- Non usare un linguaggio troppo complesso, evitando frasi lunghe.
Consiglio VillageCare: parla al tuo caro con un tono pacato, chiaro e comprensibile, utilizzando termini semplici.
- Non stare di fianco alla persona cara quando le parla o, ancora peggio, dandole le spalle.
Consiglio VillageCare: cerca di porti di fronte al tuo familiare per essere sicuro di catturare la sua attenzione e quindi di essere ascoltato correttamente, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
- Non arrabbiarti eccessivamente per i suoi comportamenti, sottolineando le difficoltà.
Consiglio VillageCare: ricordati che si tratta di “sintomi” della malattia e non di “volontà” (non sbaglia di proposito e nemmeno per fare un dispetto). Pertanto arrabbiarsi potrebbe provocare ulteriore disagio e smarrimento nel tuo familiare, che non può comprendere la tua rabbia.
- Non mettere la persona con Alzheimer in una condizione di scelta, poiché potrebbe non essere in grado di gestirla correttamente.
Consiglio VillageCare: prepara, per quanto possibile, una situazione accogliente, cucinando, ad esempio, i suoi piatti preferiti e preparandogli gli indumenti da indossare, disposti già nell’ordine corretto.Hai bisogno di aiuto? Scrivici qui!
- Non spostare i suoi oggetti di uso quotidiano.
Una persona colpita da Alzheimer non ha la capacità di ricordare le nuove collocazioni degli oggetti che utilizza abitualmente.Consiglio VillageCare: per facilitare l’orientamento spazio-temporale, mantieni il più possibile intatte le abitudini del tuo familiare, così come sono sempre state.
- Non correggere eventuali errori verbali e non verbali.
Consiglio VillageCare: cerca di stimolare la comunicazione, ad esempio aiutandolo con i termini che non ricorda. Fai attenzione a non perdero la pazienza e a non finire le frasi al suo posto: meglio utilizzare frasi come “Volevi forse dirmi che…”
- Evita di sottolineare ogni errore: potrebbe aumentarne il senso di frustrazione.
Consiglio VillageCare: cerca di stimolarlo aiutandolo con dei piccoli suggerimenti, invece di sgridarlo.
- Non dare per scontata la perdita delle sue capacità residue.
Consiglio VillageCare: stimola il tuo caro con piccole e semplici azioni quotidiane. Ad esempio provando a fargli scrivere la lista della spesa, qualche piccolo calcolo o a leggere qualcosa di semplice. Qualora ci si rendesse conto che non è più in grado, non insistere, ma fai una segnalazione al medico di riferimento.
- Non lasciare in giro oggetti che, se non riconosciuti, potrebbero diventare fonte di pericolo oppure creare ansia.
Consiglio VillageCare: cerca di rendere l’ambiente in cui vive il tuo caro, il più idoneo e accogliente possibile al fine, ad esempio, di facilitare l’orientamento nelle stanze.
- Evitare di creare penombra nelle stanze, poiché potrebbe causare spavento e agitazione.
Consiglio VillageCare: garantisci, per quanto possibile, un ambiente illuminato e ben visibile.
Ti stai prendendo cura di una persona con Alzheimer?
Se stai cercando assistenza per un tuo caro fragile, ma hai bisogno di maggiori informazioni sui servizi offerti da VillageCare, scrivici qui!
Fonte e professionisti:
Dott.ssa Alessandra Di Cola e Dott.ssa Manuela Donis: Psicologhe-Psicoterapeute, Brain Trainers.