Le 7 emozioni principali di una figlia “caregiver”
- Senso di colpa
Il senso di colpa è un sentimento molto comune nelle figlie caregivers. Si ha la sensazione di non dire o non fare mai la cosa giusta. O, semplicemente, di non fare abbastanza, nonostante si stia facendo tutto il possibile per il proprio caro in difficoltà. E’ un sentimento particolarmente aggressivo e lacerante, con il quale “ci si violenta” per colpe solamente immaginate. Oppure perché siamo semplicemente esseri umani.
Come affrontare questa emozione? Anzitutto prova ad abbassare, o ben calibrare, le aspettative su ciò che riesci davvero a fare in una giornata di 24 ore, con le tue sole proprie forze. Il tempo a disposizione per prendersi cura del proprio caro, tanto o poco che sia, dev’essere di qualità e ben speso, evitando di pensare – al contrario – di non essere sufficientemente utili.Soluzioni per i tuoi cari fragili? Contattaci!
- Risentimento
Spesso i figli “caregivers” si sentono abbandonati dalle persone che li circondano, in particolare dai fratelli o sorelle quando non si mostrano particolarmente coinvolti o attenti nell’assistenza del genitore anziano. Ci si sente risentiti anche perché l’attività di cura comporta forti responsabilità.
Come affrontare questa emozione? Prova a confidare quello che provi a qualcuno, magari ad un’amica, per alleggerirti da questo peso. Occorre sapere, inoltre, che questo tipo di emozione è particolarmente comune nell’assistenza a lungo termine, come può capitare in patologie croniche o neurodegenerative come l’Alzheimer, ma che si può essere un buon caregiver pur provando risentimento. E’ normale e umano. - Rabbia
Esteriormente alcune persone mostrano la loro rabbia più di altre, ma quasi nessuno di noi è immune dal provare questo sentimento. La rabbia cronica e l’ostilità sono collegate a pressione alta, attacchi cardiaci e malattie legate al cuore, disturbi del tratto digestivo e mal di testa. La rabbia inespressa, accumulata nel tempo, può portare a depressione o ansia, mentre la rabbia che esplode verso gli altri può mettere a repentaglio le relazioni e persino danneggiare gli altri. Gestire la rabbia quando sei un figlio caregiver serve per il proprio benessere personale e per non sfogarla verso la persona cara assistita.
Come affrontare questa emozione? Non evitare la rabbia, impara piuttosto ad esprimerla in modo sano. Semplici esercizi di respirazione profonda possono ristabilire la calma, corsi di meditazione o yoga. Prova a chiederti sempre se esista un valido compromesso per affrontare le situazioni che ti fanno arrabbiare. - Preoccupazione
Essere preoccupati è normale, ma esserlo troppo è dannoso. Alcuni pensieri fissi possono diventare vere e proprie ossessioni che disturbano il sonno, causano mal di testa e mal di stomaco, con conseguenti disordini alimentari.
Come affrontare questa emozione? Se vieni colto da pensieri preoccupanti che interferiscono con la giornata o con il tuo riposo notturno, una soluzione é quella di cercare il modo di “interrompere il ciclo dei brutti pensieri”. Prova ad impostare un timer di 5 minuti: fino alla scadenza, concentrati su qualche altro pensiero positivo. Quindi, prova a trasformare i pensieri negativi in un modo produttivo: esistono soluzioni possibili per alleviare il problema? Chi puoi chiamare per aiutarti? E non essere timido nel cercare un consulente qualificato per aiutarti, come uno psicoterapeuta qualificato.
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- Solitudine
Dedicare tanto tempo a una persona cara, con problemi di salute, si riflette spesso sulla vita sociale di un “caregiver”. Le attività al di fuori delle quattro mura domestiche si riducono inesorabilmente e anche gli amici si allontanano, sovente perché credono di essere di disturbo. Inoltre, se si ha a che fare con casi di demenza senile o Alzheimer, la perdita delle capacità cognitive della persona amata, corrispondono alla perdita della sua consueta compagnia. Non poter più parlare con la propria mamma, ad esempio, ci fa sentire tristi. Un’insieme di situazioni che porta a una forte sensazione di solitudine.
Come affrontare questa emozione? Prova ad espandere le tue cerchie sociali, reali e virtuali: per quanto sia limitato il tempo libero a disposizione, può far bene chiamare e uscire con vecchi amici oppure, se non è possibile lasciare la propria abitazione, invitarli per una cena. Ancora, si può considerare l’opportunità di unirsi a un gruppo di supporto online correlato all’assistenza o alla malattia della persona amata. Qui si possono trovare persone con la tua stessa esperienza di caregiving, coi quali ci si può confrontare e non sentirsi più soli.
- Dolore
Il cosiddetto “lutto anticipatorio” è quel tipo di dolore che inizia ancora prima della perdita, per esempio quando una persona a noi cara sta soffrendo di una malattia cronica o incurabile. Si tratta di un sentimento assolutamente normale per un caregiver.
Come affrontare questa emozione? “Permettiti” di provare tristezza e anche di esprimerlo alla persona amata, o ad un’amica: “incollarsi” un’espressione perennemente felice, per nascondere la propria tristezza, è frustrante, non solo per se stessi, ma anche per la persona malata.
- Stare sulla difensiva, chiudersi in se stessi
Quando si sta facendo così tanto per la propria mamma anziana, sacrificandosi senza compromessi, è normale pensare che potrebbero esserci approcci diversi o migliori rispetto al nostro. Anche se nessuno conosce come te la persona cara di cui ci si sta prendendo cura, e la relativa situazione, stare eccessivamente sulla difensiva può farci chiudere in noi stessi. Si rischia di perdere buoni consigli, un aiuto reale.
Come affrontare questa emozione? Non prendere sul personale tutto ciò che ti viene detto e che potrebbe non farti piacere. Invece di arrabbiarti o scartare immediatamente i consigli e gli input degli altri, prova a fermarti a riflettere abbastanza a lungo da prenderli in considerazione. Tieni sempre presente il quadro generale: c’è del buono nella nuova idea? Occorre mantenere la calma e l’obiettivo non su di sé bensì, come deve sempre essere, sulla persona amata.
Se anche tu hai un genitore fragile, cerca in VillageCare l’aiuto di cui hai bisogno: contattaci qui.