La tecnologia a servizio degli anziani: ecco quali sono le novità dagli Stati Uniti
Impauriti dalla tecnologia e dal mondo del web? Anche la signora Marian Goldberg, newyorchese di 70 anni, ha provato la stessa sensazione, finchè non ha iniziato a frequentare le lezioni presso il “Senior Planet Exploration Center” di Manhattan.
Si tratta di un centro rivolto agli over 60, che offre corsi per imparare ad utilizzare il computer e navigare su internet.
Oggi la signora Goldberg ha un profilo su Pinterest e si diverte a mandare messaggi su Facebook: “Senior Planet mi ha dato il coraggio che mi mancava”, dice la signora, assistente sociale in pensione.
In America, le persone adulte cresciute in un’epoca predigitale hanno diverse possibilità per conoscere le novità in questo mondo: centri per anziani e gruppi per pensionati, infatti, stanno offrendo diversi corsi di questo genere.
Nascono, di conseguenza, anche nuove app e dispositivi elettronici pensati per “mani e occhi anziani”, adatti quindi a chi non ha mai avuto confidenza con questo mondo.
In molti usano già tablet o computer portatili ma fanno più fatica con i nuovi smartphone, in parte a causa di schermi troppo piccoli e menù complessi.
Aspetti positivi? L’apprendimento di nuove competenze tecnologiche aiuta a ridurre l’isolamento, a mantenere il cervello attivo e permette di tenere sotto controllo la propria salute.
Le grandi metropoli americane, come New York o San Francisco, offrono corsi e lezioni gratuite, sia sulla navigazione del web, sia sull’utilizzo del computer. Imparare insieme ad un insegnante, fornisce anche una garanzia sulla sicurezza: le persone anziane che si avvicinano da sole a questo mondo, infatti, finiscono più facilmente nelle trappole della Rete e sono spesso soggetti a frodi finanziarie, per questo hanno bisogno di un aiuto specifico.
I tablet, che hanno schermi più grandi e sono più facili da usare rispetto agli smartphones e i pc, stanno diventando i mezzi più popolari per gli over 75: per questo motivo sono nati i “granPad”, tablet per anziani ideati da Scott Lien, grazie alle difficoltà che l’ideatore stesso aveva riscontrato nel comunicare con la madre dopo la perdita dell’udito.
“Questo problema mi stava assillando e andava risolto” ha raccontato Lien “Anche ricordare le password e installare gli aggiornamenti può diventare scoraggiante per gli anziani, per cui il grandPad è stato pensato per le loro esigenze”.
Tra le app nate e pensate per lo stesso target, per esempio, “Pillboxie” usa specifici colori per ricordarsi di prendere le medicine nelle diverse fasce d’orario, “EyeReader” trasforma un cellulare in una lente di ingrandimento e “Tile” è una sorta di dispositivo di tracciamento per la ricerca di chiavi perse, portafogli e altri oggetti simili che possono facilmente essere lasciati in giro per casa.
La parola chiave per qualunque dispositivo è di puntare a mantenere connesse le persone anziane: la solitudine porta all’isolamento e alla depressione.
Secondo uno studio dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), infatti, entro il 2020 la depressione sarà la seconda causa di morte nel mondo, dopo all’infarto.
Una volta che gli anziani avranno imparato a connettersi e comunicare con figli e nipoti, il passo successivo sarà ricontattare i vecchi amici, oppure ritrovare le persone conosciute e frequentate nel passato e perse di vista.
Fonte: nytimes.com