Demenza senile e confronti a lungo rimandati nel memoir “Io e Betty”
La demenza senile e la perdita di ricordi come lo sfiorire di una rosa, la stessa che vediamo nella copertina italiana di Io e Betty, opera d’esordio di George Hodgman. Il memoir dell’autore americano descrive il suo rapporto con la madre, donna dal carattere indipendente alla quale, a causa dei suoi problemi di salute, è stata da poco revocata la patente.
Hodgman descrive quindi come, nel 2011, si trasferì da New York a Paris nel Missouri per sostenere la madre novantunenne, una donna ancora tenace, ma debilitata dall’età e dai problemi associati alla demenza senile. È lei la Betty del titolo italiano del libro (Bettyville in originale): ostinata, combattiva, metodica e protettiva nei confronti dei suoi averi e delle sue abitudini.
Il paragone tra la cura del genitore anziano e dei preziosi fiori del giardino non è casuale. La cura delle rose, a cui l’anziana donna tiene molto, è il simbolo degli sforzi che il figlio cinquantenne si assume nei confronti della madre. Questo è il memoir: piccoli pezzi di quotidianità, piccoli momenti di vita normale che diventano qualcosa di più, che rappresentano qualcosa di più grande. Come la patente che viene revocata alla donna e che lei vede come uno degli ultimi simboli di un’indipendenza che se ne va.
A questo proposito, Hodgman scrive:
Le cose stanno cambiando così in fretta; ormai nessuno ha più tempo per adattarsi. Mia madre prova a farcela, ma è un viaggio talmente complicato. Ormai tutti i volti a cui con il tempo aveva imparato a credere sono scomparsi. Vive in una terra straniera dove tocca a me provare a farla sentire come a casa. Ha camminato così lontano, attraverso il tempo.
Hodgman descrive sua madre come una donna abitudinaria, che indossa sempre le stesse scarpe, che vive in un presente che ama ripetere senza ricordare il passato, forse per non doverne rivivere i rimpianti. Si tratta di due persone molto diverse, a cui la vita – pur se in circostanze spiacevoli – ha dato una seconda occasione per confrontarsi da vicino, affrontando discussioni per molto tempo rifiutate (l’omosessualità di lui).
Tra le pagine di questo racconto del quotidiano, i simboli di indipendenza più immediati (la patente, la cura del giardino) iniziano a svanire o a non essere più disponibili, ed è qui che gli affetti più vicini appaiono ancora più importanti, come riportato nella citazione, per far “sentire come a casa” gli anziani. La demenza senile di lei e le incertezze di lui sono quindi i temi fondamentali di un memoir sincero, che non nasconde nulla al lettore.