Le diverse fasi del caregiver: sandwich, equilibrista o dal cuore alla testa.
In quale punto del percorso ti trovi?
È sempre più numeroso l’esercito dei “caregivers”: figli soprattutto, ma anche parenti alle prese con malattie, visite, dottori e terapie dei loro cari. A loro va gran parte del merito nell’assicurare un buon tenore di aderenza terapeutica, unito al compito di garantire al resto della cerchia familiare l’equilibrio necessario a vivere la quotidianità.
La maggior parte di coloro che “si prendono cura di” sono donne, figlie, nipoti e sorelle che, nonostante eccellenti doti multitasking, rinunciano poco a poco alle proprie necessità e mettono a repentaglio il proprio stato psico-fisico.
3 sono le fasi che un figlio “caregiver” può vivere: tu in quale ti ritrovi?
1. SANDWICH
“E adesso io cosa faccio? Come mi organizzo?”
La tipica domanda che un caregiver può rivolgere a se stesso mentre parla alla sua famiglia o a persone e strutture qualificate e competenti, in cerca di aiuto per risolvere situazioni del tipo: “Dimettono il papà dall’ospedale tra 5 giorni, io lavoro, come trovo qualcuno che lo porti a casa? Una volta arrivato chi potrà seguirlo?”. È la fase iniziale, la punta dell’iceberg che piomberà addosso alla figlia che in questo momento si trova spaesata e intorpidita da una serie di attività da predisporre e informazioni da ricercare. In questo primo step è essenziale delineare l’itinerario da seguire affinchè tutto ciò che comincia ora sia corretto e funzionale per le fasi successive.
Consigli pratici – Importante: ascoltarsi e ascoltare, garantirsi tempo di riflessione, attivare interlocutori giusti.
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2. EQUILIBRISTI
“Non so dove trovare il tempo per fare tutto ma non mollo”
Situazioni che si protraggono nel tempo, cicli di terapie gestite con qualche dimenticanza, continue sollecitazioni e frustrazioni che aumentano sensi di colpa verso i propri cari. Paura di non fare a sufficienza o di gestire male situazioni persistenti di fragilità e malattia. “La mamma vive sola. Io ho anche la mia famiglia da seguire. Lei dice di voler mantenere la sua autonomia ma tutte le volte che prende i mezzi pubblici temo si perda, non ha più i riflessi di una volta e la terza badante è scappata a gambe levate”.
A questo livello ci si è ormai abituati ad una situazione di scarsa autonomia ma si cerca di rispettare il volere del proprio caro. Il persistere di una situazione del genere nel lungo periodo potrà portare a momenti di burnout per il figlio “caregiver”. Nonostante la tenacia, mente e corpo iniziano a vacillare ed è utile far entrare nella propria vita persone e strumenti che davvero possano essere validi sostituti, deleghe da giocarsi in caso di impossibilità o se c’è il rischio di svolgere male quel ruolo di supporto che nel tempo il caregiver si è cucito addosso.
Consigli pratici – Respira, delega e pensa per priorità davvero necessarie.
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3. DAL CUORE ALLA TESTA
“Non ce la faccio più, è tempo di decisioni”
Ecco il livello conclusivo dove l’emotività gioca un ruolo dominante ed è solo attivando la sua capacità critica e di analisi che il caregiver può conquistare uno status più razionale e concreto, in cui vedere la situazione nella sua complessità, cogliere l’emergenza e attuare solo quei comportamenti utili al benessere non solo della persona fragile ma di tutta la famiglia coinvolta. Situazioni del tipo: “Dopo la diagnosi di Alzheimer, ci siamo organizzati un pò in casa, ma la situazione continua a peggiorare…” sono quelle economicamente e affettivamente più praticate, ma quanto tempo possono durare senza che si logori qualcosa?
E’ probabile che il proprio caro si senta un peso o si adagi ancor di più in una situazione di comodo, i componenti del nucleo familiare si daranno alla fuga o faranno pesare certe situazioni e tu caregiver sarai sempre più demotivato ed esausto.
Consigli pratici – Sei arrivato fin qui ed è tempo di dare valore a ciò che hai imparato: affidati a persone che possano alleggerirti, dona spazio a tutta la famiglia e garantisci loro del tempo di qualità.
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Questo articolo nasce per riprendere alcuni dei temi toccati durante il workshop ‘Genitori anziani, come prendersene cura’ che abbiamo tenuto il 28.11.2018 insieme alle nostre Partner di UGO.